26 Aprile 2024

di Gian Pio Garramone

Artsakh, Nagorno Karabakh, Medio Nagorno sono tutti nomi che identificano lo storico oblast della regione situata tra Armenia e Azerbaijan. Negli ultimi mesi c’è stata una recrudescenza delle tensioni nell’area, sfociata in veri e propri scontri armati. È giusto precisare che attualmente nessun paese membro dell’ONU riconosce la repubblica dell’Artsakh, unici riconoscimenti ufficiali sono quelli di: Abcasia, Ossezia del Sud e Transnistria. Per capire realmente le nuove tensioni bisogna analizzare l’evoluzione storico-politica che ha vissuto la provincia nel secolo appena trascorso.

Artsakh è il nome in armeno di una delle 15 province dell’Armenia storica. Il Nagorno Karabakh, nome di origine turco-persiana che significa vigna nera delle montagne, è quell’area montuosa del Caucaso meridionale, che si sviluppa nel sud-est dell’Armenia al confine con Azerbaijan e Iran. Storicamente l’oblast ha visto varie dominazioni nei secoli, pur mantenendo sempre delle forme di autonomia. Alla fine della guerra russo-persiana, 1804-1813, conclusasi con il trattato del Gulistan del 1813, l’Artsakh-Karabakh fu annessa alla Russia, e ve ne farà parte fino al 1917. Nel 1917 a seguito della rivoluzione, la Russia arretra dalle proprie posizioni, lasciando libera l’area sub caucasica. In tale periodo la popolazione del Nagorno-Karabakh, composta per il 95% da armeni, convocò il suo primo congresso, che proclamò l’Artsakh unità politica indipendente, ed elessero il Consiglio nazionale e il governo. Tra 1918-1920 il Nagorno-Karabakh si dotò di tutti gli organi statuali, compreso un esercito. 

L’instaurazione del dominio sovietico nello spazio transcaucasico fu accompagnata dalla creazione di un nuovo sistema politico. Il Nagorno-Karabakh fu riconosciuto territorio conteso tra Armenia e Azerbaijan anche dalla Russia sovietica. Secondo l’accordo firmato nell’agosto 1920 tra la Russia e la Repubblica Armena, le truppe russe furono temporaneamente dispiegate nel Nagorno-Karabakh. Azerbaijan dichiarerà il 12 giugno 1921 il Nagorno-Karabakh parte integrante dell’Armenia, e così l’Armenia dichiarò il Nagorno-Karabakh sua parte integrante.

In seguito il 4 luglio 1921, a Tbilisi capitale della Georgia, l’Ufficio caucasico del Partito comunista russo convocò una sessione plenaria, durante la quale fu riconfermato il fatto che il Nagorno-Karabakh era parte integrante dell’Armena. Tuttavia la notte del 5 luglio, pare su interessamento diretto di Stalin, fu rivista la decisione del giorno precedente e il Nagorno fu annesso all’Azerbaijan, e formato sul suo territorio un oblast autonomo.

Nel 1991, quando la Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaijan decise di uscire dall’Unione Sovietica e trasformarsi in Repubblica dell’Azerbaijan, gli armeni del Artsakh approfittarono della legislazione sovietica dell’epoca per stabilire la propria indipendenza. La decisione viene presa in forza della legge del 3 aprile 1990 dell’Unione Sovietica – Norme riguardanti la secessione di una repubblica dall’URSS – che consentiva alle regioni autonome di distaccarsi da una repubblica qualora questa avesse lasciato l’URSS.

Il 2 settembre 1991 il soviet del Nagorno Karabakh decretò la nascita del nuovo stato, decisione confermata da un referendum, tenutosi il 10 dicembre dello stesso anno, con annesse successive elezioni politiche. Tali elezioni tenutesi il 26 dicembre furono monitorate a livello internazionale. Il 6 gennaio 1992 veniva proclamata la repubblica del Karabakh Montuoso Artsakh.

Chiaramente l’Artsakh si era autodeterminato, ma nessun paese l’aveva ancora riconosciuto, era quindi una nazione solo de facto. L’Azerbaigian a tal proposito lamentava la perdita di uno dei suo territorio, rivendicando il principio d’integrità territoriale – Art. 2 par. 4 Carta ONU, contrariamente agli armeni che invocavano il principio di autodeterminazione dei popoli – Art. 1 par. 2 Carta ONU. Il 30 gennaio l’Azerbaigian non riconoscendo la dichiarazione di autonomia muoveva militarmente contro l’oblast.

Il 31 gennaio a mezzogiorno inizia ufficialmente la guerra del Nagorno Karabakh. La fanteria azera a bordo di blindati si diresse verso le montagne del Karabakh. Le operazioni militari azere compresero i bombardamenti della capitale Stepanakert. L’avanzata dell’esercito vede la conquista azera dei villaggi di Nakhicivanik, Khramort e Farruk. Violenti combattimenti si ebbero nel distretto di Askeran e nei pressi della città di Shushi. Quest’ultima risultava essere abitata anche da una importante comunità azera. Anche gli armeni ottengono risultati dalle operazioni militari che condussero, tra queste la conquista dei villaggi di Malibayli, Karadagly e Aghdaban. La guerra continuerà con risultati altalenanti, fino al 1994.  All’inizio del 1994 gli azeri tentarono di riconquistare i territori che avevano perduto, ma gli armeni ormai controllavano tutti i punti chiave del territorio, rendendo vano ogni sforzo militare azero. La controffensiva azera fu vana, anzi controproducente perché gli fece perdere anche, il 18 febbraio, il presidio al passo Omar. Si ebbero nuovi tentativi di riconquista da parte dell’Azerbaijan fino a marzo. In aprile sono gli armeni a lanciare un’offensiva nel settore nord orientale che gli fa conquistare numerosi villaggi e controllare la strada da Agdam alla città azera di Barda.

Il 5 maggio in Kirghizistan, nella capitale, viene firmato tra Armenia, Azerbaigian e Nagorno Karabakh l’accordo di Biškek. Il 12 maggio i rispettivi ministri della difesa si ritrovano per firmare un accordo di cessate il fuoco in vigore dalla mezzanotte del 17 maggio. Al termine del conflitto la repubblica del Nagorno Karabakh estese il proprio territorio conquistando sette limitrofi rajon (suddivisione amministrativa di origine sovietica, paragonabile a un distretto/provincia) precedentemente amministrati dall’Azerbaigian.

In seguito ci sono state varie violazioni del cessate il fuoco, fino ad arrivare all’estate 2010 quando si moltiplicarono le violazioni della tregua e furono numerosi i soldati ad essere stati colpiti da cecchini nemici lungo la linea di confine. A marzo 2011 il ministero della difesa del Nagorno Karabakh denuncia la violazione dello spazio aereo da parte di aerei nemici, e a settembre dello stesso anno riuscirono ad abbattere un drone. In novembre le milizie armene, in seguito alla morte di due propri soldati, avviano un’operazione di frontiera.

Nel 2020 scoppiò la seconda guerra nel Nagorno-Karabakh. Le prime attività belliche ebbero inizio la mattina del 27 settembre 2020 lungo la linea di contatto dell’Artsakh. In seguito all’inizio della nuova guerra, venne proclamata la legge marziale con la rispettiva mobilitazione generale nei territori dell’Artsakh e l’Armenia. La guerra terminò quarantaquattro giorni più tardi, e precisamente il 10 novembre. Questa nuova tregua tra Armenia e Azerbaigian fu negoziata dal Presidente russo Vladimir Putin il giorno 9 novembre.

La Russia non fu sono il mediatore ma a garanzia del cessate il fuoco dispiegherà una forza di peacekeeping. L’area delle operazioni verrà suddivisa in zona sud con base a Step’anakert, che ospita anche l’headquarter delle forze impiegate, e la zona nord con sede a Martakert. La missione si sviluppa su ventitré posti d’osservazione sparsi sul territorio. Secondo l’accordo la missione avrà durata quinquennale, rinnovabile tacitamente per un altro quinquennio. L’Armenia in base all’accordo è stata obbligata a ritirare le truppe da alcune regioni del Nagorno Karabakh

All’atto dello spiegamento l’organico russo era di 1960 militari. Il personale impiegato faceva parte della 15ª Brigata di fanteria motorizzata, ed era equipaggiato per tale compito con: materiali speciali, 380 veicoli, 90 mezzi corazzati da trasporto. Il personale verrà posto alle dipendenze del Tenente Generale Rustam Muradov, di etnia Azera. I peacekeeper furono dotati sulle uniformi, di un segno distintivo, la sigla MC ovvero l’abbreviazione della dicitura cirillica Миротворческие силы – Forze di mantenimento della pace.

Fonte foto: internet

4 thoughts on “ARTSAKH DIMENTICATO 

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